lunedì 4 febbraio 2013

6, LENIN, LO STORICO AMERICANO PIPES LO RITIENE PIÙ FEROCE DI STALIN


Andrea Tagliati cds RIVELAZIONI. Dall' Opera Omnia pubblicata in Urss furono escluse 116 lettere. Ritrovate ora dallo storico Richard Pipes, ci consegnano un ritratto inedito del rivoluzionario LENIN.
RIVELAZIONI

Dall' Opera Omnia pubblicata in Urss furono escluse 116 lettere. Ritrovate ora dallo storico Richard Pipes, ci consegnano un ritratto inedito del rivoluzionario.
 I delitti di san Vladimiro "Crudele come Stalin: ordino' il massacro dei kulaki, fece eliminare gli avversari" "La nomenklatura nacque con lui Volle una clinica riservata ai privilegiati"
"Non ebbe nessun riguardo per scrittori, credenti e donne" WASHINGTON nel ' 65 dopo la campagna di destalinizzazione di Kruscev, l' Urss pubblico' l' opera omnia di Lenin in 55 volumi. Fu un lavoro enciclopedico, la Bibbia Comunista, la summa ideologica del socialismo reale.
Ma oggi s' apprende che fu anche un capolavoro di censura. Una parte di quello che rimase fuori, quanto autentica e quanto completa non si sa, infatti, e' stata appena pubblicata da Richard Pipes per la Yale University Press. E mostra un Lenin assai diverso dal Buon Padre Sovietico delle iconografie: anzi, ne traccia un ritratto di padrino dello stalinismo, di "creatore del terrore politico di massa", come afferma il direttore di Commentary, Gabriel Schoenfeld, "solo numericamente inferiore" al suo erede.
Sul libro, intitolato "Il Lenin sconosciuto", di sole 204 pagine, e contenente 116 sue lettere, alcune inedite altre rese pubbliche quando Eltsin apri' gli archivi segreti del Pcus, e sul suo autore vanno fatte delle precisazioni. Come riferisce il ricercatore russo Yury Buranov, il braccio destro di Pipes, le lettere "potrebbero essere viste in una diversa prospettiva", se saltasse fuori un' ulteriore documentazione. a pezzi per pubblicazione……
E l' autore de "Il Lenin sconosciuto", il grande storico del comunismo di Harvard, uno dei pochi che predissero la fine dell' Urss, non e' al di sopra di ogni sospetto: Pipes fu il consigliere del presidente Reagan all' apice della guerra fredda, un nemico giurato dell' Urss.
Ma nonostante i possibili vuoti e taluni commenti, il libro costituisce un' importante base di discussione. Non e' solo fonte di polemiche, segna altresi' l' inizio della revisione di Lenin, del suo operato e della eredita' a Stalin.
Un altro storico americano di destra, Eugene Genovese, ha osservato che quasi nessuno presto' fede all' immagine di un Lenin "San Vladimiro, l' equivalente bolscevico di San Francesco" fornita dalle Opera Omnia. Ma dalle 116 lettere Lenin emerge come un despota feroce che si ispira a un unico principio: tutto cio' che giova alla rivoluzione e' morale, tutto cio' che l' ostacola e' immorale. E in base a esso giustifica da un lato gli stermini dall' altro i privilegi. Ancora Genovese ha sottolineato che il romanziere Maxim Gorki, la cui figlia sposo' il figlio di Beria, l' odiato capo della polizia segreta, defini' Lenin "piu' spietato di Stalin". 

Secondo Pipes, gli eventi piu' traumatici dello stalinismo, dalle stragi dei "kulaki", i piccoli proprietari terrieri, alla persecuzione della Chiesa e degli intellettuali, furono anticipati da Lenin. Alcune lettere non lasciano dubbi in proposito. In una dell' agosto del 1918, dopo una breve rivolta contadina, Lenin ordina l' impiccagione "di non meno di 100 kulaki, ricchi e dissanguatori... in modo tale che per centinaia di km il popolo veda, tremi, sappia". Un' altra del marzo del 1919, indirizzata a Molotov affinche' la distribuisca al Politburo' , e' ancora piu' agghiacciante. Riferendosi ai torbidi di Shuia, a 300 km da Mosca, dove l' Armata Rossa ha sparato sui fedeli, riuniti davanti alla Chiesa, Lenin chiede che siano "giustiziati migliaia di credenti e confiscati preziosi e oro per centinaia di milioni di rubli". Il fondatore dell' Urss ammonisce che il momento e' favorevole e non va perduto: "A causa della carestia la gente mangia carne umana, e se non migliaia, centinaia di cadaveri costellano le strade. Noi dobbiamo dilapidare le chiese con selvaggia energia nel minor tempo possibile". 

La gente, continua Lenin, non reagira' perche' troppo preoccupata della sua sorte o comunque irritata contro i preti che appaiono incapaci di aiutarla. Lenin si e' persuaso che religiosi e cristiani complottino contro la rivoluzione con le destre, e suggerisce processi lampo, "da concludersi con il plotone di esecuzione, non solo a Shuia ma anche a Mosca e in altri centri del clero". A parere di Pipes, sulle base di queste disposizioni, vennero assassinate circa ottomila persone.
Gli intellettuali divennero in fretta il bersaglio del padrone dei soviet. Un' altra lettera del luglio ' 22, questa volta a Stalin, sollecita l' internamento nei campi di concentramento o l' espulsione all' estero dei nemici "menscevici, popolar socialisti, cadetti" e via di seguito. Lenin vuole che sia purgata "l' intera redazione, Ozerov e molti, molti altri, della rivista Ekonomist", e che sia saccheggiato il quartiere generale della "Casa degli Scrittori". Non risparmia le donne, "la Radcenko e la sua giovane figlia". A se' e ai compagni al vertice, Lenin, che conclude le lettere con i "saluti comunisti", riserva un trattamento speciale: Stalin usi "oro" per edificare una clinica con dottori possibilmente tedeschi, comunque "non con i soliti pasticcioni e infingardi sovietici".
L' oro inoltre venga impiegato per finanziare i partiti fratelli e i gruppi pacifisti negli altri paesi. Sono le fondamenta, nota Pipes, del futuro sistema di casta interno dell' Urss, e della sua rete eversiva esterna. Non a caso, la copertina del libro pone il quesito se Lenin "fosse un grande visionario poi tradito dai propri seguaci, o un cinico misantropo piu' crudele di Stalin"; e opta, naturalmente, per la seconda ipotesi. Una delle conclusioni piu' controverse di Richard Pipes e' che Lenin getto' altresi' le basi dell' invasione sovietica nell' Europa Occidentale con la guerra contro la Polonia del 1920. Il suo disegno e' riassunto in una lettera che teorizza "la fine del conflitto difensivo contro l' imperialismo mondiale e l' inizio di un conflitto offensivo". Pipes lo inquadra nell' improvviso accordo concluso da Lenin con la Germania per costruire "un fronte anti - imperialista" e controbilanciare il Trattato di Versailles, antesignano dell' infame Patto Molotov - Von Ribbentrop che prelude alla seconda guerra mondiale. La debolezza dell' Urss di quegli anni impedi' a Lenin di realizzare il suo sogno, attuato poi dal suo erede.
Ne "Il Lenin sconosciuto" affiora anche il personaggio privato, di cui molto era gia' noto. Gli atti dell' Assemblea di Simbirsk del 1886 contengono le prove che il leader rivoluzionario e' un aristocratico, a smentita delle sue origini proletarie. E una lettera evidenzia il suo amore adulterino per Inessa Armand: "Vorrei baciarti mille volte" le scrive il fautore del puritanesimo sovietico. Perche' queste debolezze sarebbero state nascoste al popolo di Lenin? "Perche", ribatte Pipes, "non si conciliavano con il suo culto della personalita". Un culto che assunse connotati demoniaci sotto Stalin, e che rimane vivo in qualche misura ancora oggi. La diversita' delle circostanze - il paese era in preda alla guerra civile - rende difficile il paragone tra Lenin e Stalin. Raggiunta la pace, il tremendo georgiano impose la normalizzazione con processi farsa e con torture a cui forse il predecessore si sarebbe opposto: alla fine della sua vita, in realta' , Lenin imposto' riforme come la Nuova Politica Economica (Nep), foriera di mutamenti democratici.
Pipes non accetta l' argomentazione che Lenin fu costretto a ricorrere alla forca e alle fucilazioni perche' non esistevano alternative concrete, mentre Stalin avrebbe potuto usare altri mezzi: in sei anni, dice, egli condanno' a morte alcuni milioni di persone. E adduce un esempio, il controllo di Baku, centro del petrolio: pur di non perdere la citta' , Lenin era pronto a raderla al suolo.
"Questo tipo di revisionismo storico", ci ha detto lo studioso di Harvard, "fa ancora scomodo alle sinistre, perche' , portato alle sue logiche conseguenze, si risolve in una condanna del comunismo tout court. Che cosa rimane loro se non c' e' molta differenza tra il leninismo e lo stalinismo? Le aberrazioni di Stalin sono servite a salvare il salvabile della dottrina comunista. Ma la verita' e' che anche Lenin era assolutista, non concedeva spazio alle socialdemocrazie, immaginiamoci alla coalizione con il centro o la destra. Le istituzioni sovietiche piu' atroci le creo' lui". E porta un altro esempio: "Lenin fu il pioniere della incarcerazione dei suoi avversari, i "politicamente inaffidabili", nei manicomi criminali. E giunse al punto da fare esaminare gli altri membri del Politburo' da medici tedeschi, che li certificarono sani di mente, Stalin incluso".*
Caretto Ennio

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